Il media kit del blogger professionista è uno strumento fondamentale per presentarsi a potenziali partner e clienti.
Rappresenta, insieme al nostro lavoro che è già online, la nostra “carta d’identità” che ha il potere di farci conoscere e, nel giro di pochi secondi, posizionarci agli occhi di chi sta leggendo.
In questo post cercherò di fare un recap di quello che dobbiamo scrivere o non scrivere nel nostro media kit, e di come scriverlo.
Perché ho bisogno di un media kit?
Se il blogging è il mio mestiere, ho bisogno di un media kit completo e aggiornato che rappresenti chi sono come professionista. Il media kit deve comunicare il meglio di me. Deve evidenziare ciò che mi rende unico e le aree in cui sono un esperto. Il media kit è il modo in cui dimostro a un brand perché dovrebbe voler lavorare con me.
Quando mi serve un media kit?
Il media kit è utile durante tutto l’anno professionale, quindi è bene averne uno sempre pronto e aggiornato.
Generalmente le occasioni in cui serve più frequentemente sono:
- quando mi contatta un brand o un’agenzia chiedendo informazioni o una quotazione
- quando sono io a contattare un brand per presentarmi e proporre una collaborazione (come collaborare con le aziende come blogger)
- quando voglio collaborare con altri blogger ed è utile scambiarsi gli insights per ragionare su una partnership equa e bilanciata
Non occorre stampare il media kit e non è il caso di portarlo a fiere ed eventi. Al contrario, il media kit è un ottimo strumento per proseguire via email un contatto avviato in occasione di un evento.
Cosa devo scrivere nel mio media kit?
Partiamo sempre dal presupposto che:
- se sto contattando io un’azienda: la persona che riceve la mia mail non visita il mio sito o i miei canali social come prima cosa, ma apre il mio media kit. Questo è quindi il primo (e forse unico) momento in cui spiego chi sono e cosa faccio.
- se è un’azienda che sta contattando me: è probabile che abbia contestualmente contattato altri dieci blogger, quindi il mio media kit deve distinguermi e farmi emergere (per questo motivo non amo i CV formato europeo, che a mio avviso sono solo uno strumento di appiattimento e omologazione).
Il mio media kit diventa quindi fondamentale in tutti i suoi aspetti: contenuti, chiarezza, grafica, aggiornamento, completezza.
Ecco un elenco di elementi che non devono mancare:
- intestazione: deve essere subito chiaro chi sono e cosa faccio. Devo ricordare sempre che un media kit, all’interno di un’azienda, può essere passato ad altre persone che non sanno assolutamente niente di me. L’intestazione deve essere professionale, ma anche coerente con la linea grafica che utilizzo su tutti i miei canali social, sul blog, sula mia e-mail
- chi sono: non è il caso di fare copia/incolla dalla pagina About del blog. Niente “testarda, coffee lover, dream catcher”. Ma: nome, cognome, nome del blog con URL, payoff del blog per far capire in 3 secondi natura, ambito e nicchia
- fotografie: includere esempi di fotografie create da me. Questo è particolarmente importante per i food blogger. A chi nel blog utilizza solo foto stock, suggerirei comunque di inserirne alcune selezionate in modo da far capire il mood del blog
- informazioni qualitative: qui devo spiegare di cosa tratta il sito, chi è il mio pubblico, ma anche cosa posso portare al marchio
- informazioni demografiche: i dati demografici del sito sono estremamente importanti per il media kit. Non devono mancare: la fascia d’età del pubblico in percentuale, il genere, la provenienza geografica
- dati sul traffico: utenti, pageviews, quanto tempo un utente rimane sul sito, altri eventuali dati utili nella nicchia di riferimento
- dati followers e engagement social media: per ogni social media rilevante, indicare il numero di followers e il tasso di engagement
- numero di iscritti alla newsletter e tasso di apertura email (se non hai una lista email, falla subito): che la mia lista sia grande o piccola, possiedo quella lista e questi sono i miei follower più coinvolti
- partner e clienti precedenti: è sempre utile indicare il nome dei clienti con cui ho collaborato, se sono pochissimi non importa. Potrebbe essere utile a chi legge per andare a vedere il tipo di lavoro svolto
- eventuali riconoscimenti ricevuti o interviste rilasciate a siti/riviste molto rilevanti
- attività advertising: in questa sezione del media kit devo indicare il tipo di collaborazioni che propongo (sponsored post, campagne social, ecc) con una breve descrizione di ogni tipo di azione
- blog policy: è sempre bene indicare la policy e la linea etica della propria attività blog (questo è il codice etico blogger che proponiamo su Professione Blogger)
Cosa non devo scrivere nel mio media kit?
- non devo scrivere un media kit di 15 pagine. Confesso che fino a 5 anni fa io lo facevo (però erano slide di power point!), ma ora non è più il caso. Un paio di pagine sono sufficienti. Assolutamente in pdf (Canva è un ottimo posto dove cominciare) o al massimo su una pagina web.
- non devo indicare i prezzi: lo scopo del media kit è avviare un contatto e farsi scoprire. Ci sarà eventualmente spazio per la negoziazione in un secondo momento. Inoltre attualmente le campagne di un blogger sono molto frammentate e multi canale: per ogni cliente, prodotto e campagna è più sensato, corretto e professionale fare una quotazione ad hoc, tenendo presente lo sforzo produttivo dei contenuti, il tipo di visibilità che si mette a disposizione, l’eventuale attività aggiuntiva di foto/video. Il tutto senza sminuire la professionalità della categoria (e di questo riparleremo presto perché è un tema fondamentale).
Le immagini di questo post sono demo di media kit proposte da Canva
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