Come ho detto spesso, quando scrivo sul web io non seguo le regole ‘canoniche’ della SEO che potete trovare nei corsi dei guru (non voglio essere offensiva).
Quando parlo di SEO, piuttosto, mi rifaccio a Luisa Carrada e penso che la SEO sia – semplicemente – ‘saper scrivere per il web‘.
E mi rifaccio a Giorgio Tave, che è una persona che stimo moltissimo per la sua correttezza e concretezza, e di solito – invece che trovare trucchetti che valgono il tempo di un algoritmo – dice che fare SEO è ‘scrivere bene, contenuti interessanti, di qualità e scritti per il web‘.
Nel post Come scrivere un post SEO: esempio passo passo vi avevo elencato il mio procedimento per scrivere un post SEO, dopo aver redatto il piano editoriale, e avevo affrontato i primi 4 punti:
- individuare la long tail kw migliore per quel topic che voglio trattare;
- individuare le long tail kw correlate;
- individuare il tipo di contenuto da offrire;
- creare la struttura del post (script);
- fare il piano editoriale dei link interni;
- trovare le fonti, quindi link esterni;
- scegliere le foto e ottimizzarle;
- scrivere il contenuto;
- fare un editing SEO naturale;
- compilare (quando necessario, e poi vi spiegherò perché) i meta tag seo (title, description, sistemazione slug).
Oggi invece voglio approfondire l’importanza dei link per la SEO, trattando 2 argomenti della mia check list SEO + 1 nota per capire la link building.
Fare il piano editoriale dei link interni
Quando pensate al vostro piano editoriale, progettatelo non solo a partire dalle long tail kw su cui vorreste posizionarvi (e su tutto il resto che abbiamo già trattato), ma pensate anche al vostro blog allo stato attuale e rispondetevi:
- quali sono le chiavi di ricerca con cui arrivano gli utenti? —> Su queste Google evidentemente vi ritiene autorevoli;
- quando verificate queste chiavi di ricerca (banalmente dalle statistiche di Jetpack nel pannello di amministrazione WP, con la Google Search Console, con Analytics, con SemRush…), esiste davvero un post che risponde a quella precisa domanda degli utenti? La domanda esatta con cui sono atterrati sul vostro sito?
Di solito no. Quindi la scelta più SEO che possiate fare è sempre la stessa: scrivere per gli utenti e non per i motori di ricerca. E potete agire in due modi:
- ampliare ed aggiornare un contenuto esistente;
- scrivere un nuovo contenuto e linkarlo al precedente.
Ecco dunque come nasce quello che io chiamo il piano editoriale dei link interni (espressione che ho inventato, eh…):
- analizzate le chiavi di ricerca con cui arrivano le persone sul vostro sito;
- inserite nel piano editoriale nuovi articoli che rispondano esattamente a quelle domande;
- linkate nuovi e vecchi articoli tra di loro, pianificando questa azione.
Allo stesso modo, potete pianificare di lavorare su altri posizionamenti. Per esempio volete introdurre un nuovo tema sul sito, e avete deciso di scrivere 100 post su quel topic, nell’arco di 1-2 anni. Perfetto.
Allora fatevi un piano editoriale dei post, aggiungendo in un file excel anche una cella in cui riportare come vanno linkati tra di loro i contenuti, per costruire un ‘percorso’ sensato.
Questi link io li faccio aprire nella stessa finestra: quando una persona naviga nel mio sito, preferisco che il link sia un continuum con il suo percorso di navigazione.
Trovare le fonti, quindi link esterni
Ugualmente importante è inserire link esterni, ma attenzione: non certo ai competitor 🙂
Io di solito uso i link esterni per citare le fonti: una delle cose che piacciono di più alle persone, e quindi a Google, è che ciò che scriviamo sia autentico, verificato, scientifico. Che sia supportato non solo dalle nostre conoscenze (non possiamo essere esperti di tutto), ma anche dalle fonti ufficiali.
Nel mio caso, ad esempio, mi capita spesso di linkare il Ministero della Pubblica istruzione o il Ministero della Salute.
Ma potreste anche citare la Wikipedia, quando date delle definizioni.
Oppure siti scientifici come LeScienze e Medicalfacts, se parlate di salute. Oppure siti come IlSole24Ore se parlate di economia, o ancora Bufale.net se dovete smentire notizie false su un determinato argomento, o Altroconsumo se parlate di prodotti.
Mi duole ammettere che in Italia ci siano poche testate giornalistiche considerate attendibili: di solito sono le prime a non verificare i fatti e a rincorrere le notizie a colpi di click baiting.
Questi link io li faccio aprire in una nuova scheda (target blank), perché essendo esterni al mio sito, voglio che l’utente possa tornare sulla scheda precedente, per continuare a leggere il mio sito, senza portarlo fuori dai miei contenuti.
La link building naturale VS i link sponsorizzati
I link verso il nostro sito sono importanti: questo è uno dei più di 200 parametri che Google tiene in considerazione per posizionare i siti nelle SERP, ma anche per affidare loro un certo trust.
La link building consiste nell’ottenere link in ingresso, provenienti da siti autorevoli. Diciamo che vale di più un link da un sito autorevole, che 10 link da sitarelli insignificanti, o addirittura malevoli.
Link building non è compravendita di link
Il problema è che molte agenzie hanno ‘confuso’ la link building con la compravendita di link, tanto da violare il regolamento di Google sui pattern di link e link sponsorizzati, e quindi ottenere la penalizzazione dei propri clienti:
Di seguito sono riportati alcuni esempi di schemi di link che possono influire negativamente sul posizionamento di un sito nei risultati di ricerca:
L’acquisto o la vendita di link per aumentare il PageRank. Ciò include lo scambio di denaro in relazione a link o post che contengono link, lo scambio di beni o servizi in relazione a link o l’invio a qualcuno di un prodotto “gratuito” in cambio di una recensione positiva e dell’inclusione di un link.
Scambio eccessivo di link (“Collegati a me e io mi collego a te”) o creazione di pagine partner esclusivamente per lo scambio di link.
Campagne di marketing di articoli o di pubblicazione degli ospiti su larga scala con link di anchor text pieni di parole chiave.
Utilizzo di programmi o servizi automatizzati per creare link al tuo sito
La richiesta di un link nell’ambito di Termini di servizio, di un contratto o altro accordo simile senza consentire a un proprietario di contenuti di terze parti di scegliere se usare o meno il metodo nofollow o un altro metodo per bloccare il PageRank.
La link building NON si fa con i link dofollow a pagamento: questo è scorretto, e diventa anche illegale, se la pubblicità non è correttamente segnalata.
La link building si fa in modo naturale, scrivendo e condividendo articoli utili che le persone hanno il piacere di linkare. Oibò.
Questo significa che, ad esempio, potremmo essere proprio noi quelli che, grazie ai loro studi e all’accuratezza dei contenuti, vengono citati come fonti.
Questa sì che sarebbe link building fatta bene!
Link building naturale: come si fa
Possiamo inoltre creare dei PDF, dei freebies, delle infografiche di libero utilizzo, inserendo solo la clausola di linkare la fonte originale.
Negli anni quasi tutti hanno cercato di proteggere il proprio copyright apponendo scritte sulle foto e disabilitando il tasto destro del mouse.
In realtà, sarebbe molto meglio invitare la gente a condividere il proprio materiale, con le regole della corta citazione (un paio di paragrafi massimo di testo copiato e messo in blocquote), con richiesta di link verso il nostro post (non verso la generica homepage, ma verso il singolo contenuto dove è presente la risorsa linkata).
Link building attraverso i Guest Post
Altro modo di ‘forzare’ la link building è offrire contenuti ad altri, tramite un Guest Post in cui è contenuto un link di approfondimento a un vostro specifico post (non genericamente alla home).
Che caratteristiche deve avere questo articolo che offriamo? Siccome a me è capitato di rifiutarne moltissimi, perché inadeguati, vi dico qual è per me lo standard: deve essere il miglior contenuto che voi abbiate mai scritto.
Se un Guest Post è un articoletto breve, banale, poco approfondito, non solo vi verrà rifiutata la pubblicazione, ma avrete perso tempo e fatto perdere altrettanto tempo agli altri. Oltre ad essere etichettati come poco esperti.
Se, poi, vi venisse pubblicato ugualmente, la vostra poca preparazione sarebbe sotto gli occhi di tutti!
Ricordatevi che quando un’azienda o un’agenzia vi chiedono un Guest Post con un link a un prodotto, quello non è un guest post, ma un link sponsorizzato. Non fatevi ingannare.
Ricordate ai clienti che anche i link sponsorizzati sono utili al fine del posizionamento
Infine, ricordateci che anche i link ‘sponsored’ sono considerati da Google come utili al fine del posizionamento, e in particolare:
All the link attributes — sponsored, UGC and nofollow — are treated as hints about which links to consider or exclude within Search. (Fonte: Google)
Ovvero TUTTI gli attributi dei link (anche i vecchi nofollow) vengono trattati come suggerimenti su quali collegamenti considerare o escludere all’interno della ricerca.
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