Era già da tempo che se ne parlava, e finalmente Google ha ufficializzato (parliamo di Settembre 2019) la sua enorme novità in merito ai link sponsorizzati, nelle linee guida denominate: Qualificare i tuoi link in uscita per Google.
La notizia ufficiale del blog Google, in inglese, è del 10 Settembre 2019: Evolving “nofollow” – new ways to identify the nature of links.
Io come al solito ringrazio e cito Giorgio Taverniti, che è sempre sul pezzo e annunciava il cambiamento già i primi di Settembre:
Ma partiamo dall’inizio.
Nuovo attributo per segnalare i link sponsorizzati
Il NOFOLLOW è un attributo che veniva dato a un link per chiarire ai robots di Google che quel link non doveva trasferire il nostro rank al sito linkato.
Google ci aveva sempre detto che il NOFOLLOW andava utilizzato in due casi:
- per i link sponsorizzati, ovvero tutte le volte in cui linkavamo la pagina di uno sponsor, in un contenuto per cui venivamo retribuiti in qualsiasi modo (denaro, ma anche omaggio);
- per i link a siti su cui non abbiamo il controllo, ovvero ‘non possiamo mettere le mani sul fuoco’ sulla sicurezza o veridicità delle informazioni (per esempio se voglio denunciare un sito di bufale, scrivendo un post dove lo linko).
Adesso Google ci dice che esisteranno 3 attributi per i link:
- rel=”sponsored”, che dobbiamo usare per contrassegnare i link derivanti da pubblicità o posizionamenti a pagamento;
- rel=”ugc” , raccomandato per contrassegnare i link di contenuti generati dagli utenti, ad esempio commenti e post nei forum (ascoltate il video di Giorgio per saperne di più);
- rel=”nofollow”, da utilizzare quando gli altri valori non sono idonei e preferiamo che Google non associ il nostro sito alla pagina collegata o che non esegua la scansione di tale pagina dal nostro sito.
Quindi, da oggi in poi, quando scriviamo un post sponsorizzato, dobbiamo contrassegnare il link al cliente con il tag SPONSORED.
La novità importante sugli attributi SPONSORED/NOFOLLOW
La vera notizia è che il NOFOLLOW diventa un suggerimento: la popolarità passerà lo stesso, se Google si rende conto che quel link è utile ed è ‘sano’.
All the link attributes — sponsored, UGC and nofollow — are treated as hints about which links to consider or exclude within Search. (Fonte: Google)
Ovvero TUTTI gli attributi vengono trattati come suggerimenti su quali collegamenti considerare o escludere all’interno della ricerca.
Questo sapete cosa significa in soldoni? Che le agenzie finalmente non avranno più motivo di chiederci link follow, perché ormai è certo (ma lo si sapeva già da tempo!), che i link sponsored/nofollow possono essere utili ai fini del ranking.
Dico che lo si sapeva già da tempo perché guardo le statistiche dei miei clienti e, anche con i link nofollow, ho sempre visto che l’authority di Mammafelice aveva una reale influenza sul ranking dei siti cliente.
Per questo ho sempre insistito con agenzie e clienti… e credo che dalle mie parole traspaia la mia gioia adesso, nel veder confermate le litanie che andavo ripetendo (non solo io, ma tutti gli esperti SEO).
E sono contenta che di veder confermata una delle mie teorie che sono sempre state osteggiate: proponete recensioni! Le recensioni convertono, molto più di un post ‘emozionale’ fatto male dove il prodotto è infilato dentro a forza. Convertono e, adesso sappiamo, conferiscono al cliente anche trust.
Quindi sono salve sia la nostra etica professionale, che l’esigenza dei clienti di fare link building oneste:
Why not completely ignore such links, as had been the case with nofollow? Links contain valuable information that can help us improve search, such as how the words within links describe content they point at.
Perché non ignorare completamente tali collegamenti, come era stato il caso di nofollow? Perché questi collegamenti contengono informazioni preziose che possono aiutare Google a migliorare la ricerca, ad esempio il modo in cui le parole all’interno dei collegamenti descrivono il contenuto a cui puntano.
Ma c’è di più:
Looking at all the links we encounter can also help us better understand unnatural linking patterns.
Dare un valore a tutti questi link (sponsored, UGC and nofollow) aiuta Google a capire meglio i pattern di link fraudolenti, ovvero i modelli di link innaturali.
Che quindi verranno penalizzati ulteriormente, dico io.
Cosa che già avveniva da anni e su cui Google era molto chiaro da sempre, con le sue Linee guida Google sugli schemi di link:
In particolare: Di seguito sono riportati alcuni esempi di schemi di link che possono influire negativamente sul posizionamento di un sito nei risultati di ricerca:
– Acquisto o vendita di link per aumentare la classificazione PageRank. Ciò include lo scambio di denaro in relazione a link o post che contengono link, lo scambio di beni o servizi in relazione a link o l’invio a qualcuno di un prodotto “gratuito” in cambio di una recensione positiva e dell’inclusione di un link.
Infatti, molte aziende e molti blog sono stati penalizzati, ricevendo in Google Search Console questo messaggio:
Ovvero un pesante declassamento in termini di SERP. Questo a mio parere mette anche a tacere le preoccupazioni in merito alla possibilità di link spam, che utilizzerebbero il nofollow per posizionamento.
Cosa fare con i vecchi link NOFOLLOW
Niente. Google dice che non è necessario cambiarli. Ma suggerisce di adottare questo sistema nuovo appena possibile: è già attivo, ma per quanto riguarda l’indicizzazione e il crawling lo sarà totalmente da Marzo 2020.
However, we recommend switching over to rel=”sponsored” if or when it is convenient.
Insomma, ottime notizie per noi Blogger e Content Creator ‘etici’: adesso, quando un’agenzia vi scrive per chiedervi un link follow, potete inviare il link di questo post, per spiegare che non è davvero necessario!
[…] LINK: i link frutto di articoli sponsorizzati, devono per Google essere contrassegnati dal tag SPONSORED; […]