Avete letto con molto interesse come si svolgono le routine delle mie colleghe Raffaella, l’allodola che si alza alle 5.30 e va a dormire alle 22, e Barbara, il gufo che lavora bene solo di notte.
Io sono una via di mezzo tra loro – a dimostrazione che le squadre che funzionano sono composte da membri che si complementano a vicenda. Mi alzo infatti alle 7 e “mi ripongo” per le 23.30, e il mio ritmo è scandito prima di tutto dai doveri famigliari.
Ho degli slot invalicabili, per chiunque, e sono quelli al mattino e pomeriggio in cui porto fuori il cane, la fascia oraria in cui vado a prendere mio figlio a scuola e le due volte alla settimana in cui lo porto a tennis.
La mia routine giornaliera, o “a che ora pulisco la lettiera del gatto”
In quanto libera professionsita che lavora da casa, riesco ad essere abbastanza elastica da poter inserire un appuntamento medico in orario di lavoro senza dover chiedere permessi a nessuno, ma ho comunque una giornata-tipo strutturata, e procede così:
- tra le 7 e le 7.50 preparo me stessa, la colazione per tutti, la merenda per la scuola, do la prima pappa al gatto; l’unico anticipo sulla giornata lavorativa: mentre il tè è in infusione e si tosta il pane rispondo ai messaggi arrivati su Instagram durante la notte;
- alle 7.50 esco con il cane: se non è mio marito a portare il bambino a scuola in scooter, andiamo tutti e tre a piedi; sennò io e Sugar andiamo direttamente in spiaggia, a giocare con la ghenga degli altri cani del quartiere, o a camminare di buona lena;
- alle 8.45 rientro, faccio i letti, smazzo i vestiti sporchi del giorno prima, metto su una lavatrice, pulisco la lettiera del gatto;
- alle 9 sono operativa al computer – quasi: non riesco a cominciare a lavorare se prima non ho scorso i giornali online (Corriere e CNN), letto la newsletter quotidiana di Quartz di approfondimento sulle notizie dal mondo e molto probabilmente uno o due articoli linkati al suo interno, e le barzellette del giorno sul New Yorker (poi c’è la mina vagante delle Quartz Obsession, una newsletter che tratta un solo argomento con almeno una ventina di articoli, e che è la mia rovina: ne ho messe da parte almeno 50 da godermi in un giorno di pioggia che non arriva mai, per scoprire tutto sul popcorn, il compost, i tessuti impermeabili…);
- alle 9.30 comincio a lavorare sul serio fino all’ora di pranzo, con una “pausa pane & formaggio” intorno alle 11;
- alle 13.30 preparo da mangiare per me e per il cane, e pranzo guardando qualcosa su Netflix, con l’iPad appoggiato davanti al piatto (sono sola in casa, ho bisogno di una distrazione);
- alle 14.15 torno al computer;
- alle 15.30 esco con il cane per andare a passeggiare e prendere il bambino;
- alle 16.30 rientriamo, preparo la merenda, molto probabilmente metto su una lavastoviglie (cena della sera prima e mio pranzo), stendo una lavatrice;
- alle 17.30 torno alla scrivania e ci resto fino alle 19/19.30, quando passo a cucinare per noi e per le bestie; in genere arriva mio marito che mi fa compagnia in cucina con un bicchiere di vino mentre svuota e riempie la lavastoviglie (sono una che cucina tanto, laviamo tanti piatti);
- alle 21 posto su Instagram (è l’orario migliore per l’engagement, sia per Cakemania che per ProfessioneBlogger) e seguo per almeno mezzora le interazioni, mentre marito e figlio guardano in tv qualcosa come “Robot Wars”, “Lego Masters” o “Com’è fatto”;
- alle 21.40 accompagno a letto il bambino, riservandoci una ventina di minuti di chiacchiere e coccole;
- alle 22 ho finalmente del tempo con mio marito.
Sì, vi ho davvero detto a che ora pulisco la lettiera del gatto. E quando lavo i piatti. Perché poter fare queste cose quando la maggior parte delle persone sta timbrando il cartellino costituisce il grande fringe benefit del lavorare da casa sta.
Per me, poter spalmare durante l’orario di ufficio diverse mansioni domestiche e famigliari sfruttando quelle pause, comunque necessarie a far funzionare la testa in modo produttivo, significa che a fine giornata sento di aver ottenuto molto.
Molto di più ad esempio rispetto al mercoledì, il giorno che spendo in ufficio da un mio cliente per cui lavoro come copy freelance: quando rientro la sera sono stanchissima, mi sento super in colpa nei confronti del cane che senza di me non esce, di mio figlio (che è contento di vedermi, ma mai quanto il cane), della casa (in disordine), della cena (che il mercoledì è un po’ meno buona degli altri giorni).
Quindi, viva viva il lavoro indipendente – anche se, come tutti sanno, il lavoro da casa ha tre problemi: le distrazioni, le interruzioni e le invasioni.
La routine della blogger: come organizzare la giornata per rendere di più
Sono facilmente distraibile: se una pagina su internet non si carica in meno di un secondo ho già il telefono in mano e il dito su Instagram, cosicché quei due secondi di upload diventano tre minuti di social (fatti male).
Ho implementato quindi queste soluzioni per tenermi sul pezzo:
- ho delle giornate dedicate a determinate mansioni: il lunedì annaffio tutte le piante in casa e controllo Linkedin; il martedì sbrigo l’amministrazione (emetto fatture, chiamo l’assicurazione, pago bollette…) e faccio le proposte ai clienti; il giovedì di nuovo Linkedin; il venerdì la riunione di Professione Blogger con Raffaella e Barbara;
- uso un’agenda cartacea, che sulle due pagine aperte mostra l’intera settimana; per ogni giorno scrivo a sinistra con la penna nera cosa devo fare per lavoro (piano editoriale del blog, dei social, delle consegne ai clienti, Linkedin) e a destra cosa devo fare per me, casa e famiglia (lavanderia, volontariato, ospiti, annafiare le piante);
- sfrutto il GRANDE POTERE DELLE LISTE®; tutto quello che devo fare finisce davvero in quelle due colonne: mi serve per non dimenticare dei pezzi, per godere della soddisfazione fisica di tirare una riga su quello che ho portato a termine (importantissimo averne il riconoscimento) e per avere una panoramica completa delle tante mansioni che richiedono energie e tempo durante una giornata: perché doccia + shampoo, spesa, tecnico della caldaia, prendere appuntamento dal veterinario hanno pari dignità e urgenza di un post.
Per gestire le interruzioni e le invasioni ho imparato a:
- non rispondere al telefono se sono chiamate che possono aspettare, e usare invece il GRANDE POTERE DEL MESSAGGIO AUTOMATICO “SCUSA ORA NON POSSO PARLARE”®;
- non rispondere subito alle email (anche se le leggo subito) se non sono un’emergenza (con il lavoro di blogger è rarissimo, con quello di giornalista e copy invece arrivano); serve anche ad educare i clienti a non aspettarsi di parlare con un centralino di assistenza aperto 24/7: non sono il loro 112;
- non consegnare in anticipo un lavoro anche se è pronto in anticipo: mi serve per fare altre revisioni e trovare refusi che vedo solo dopo una buona decantazione; e per non farmi arrivare tra capo e collo richieste di altro lavoro che non voglio (succede con le redazioni: “che brava, hai consegnato in anticipo, allora ci fai anche questo pezzo?”);
- chiudere la porta dello studio – per anni non la ho avuta perché non potevo permettermela, ed è cambiato tanto per me e per la mia famiglia quando finalmente è stata messa: la porta chiusa significa “sono in ufficio e l’ufficio è a 20 km da qui, bussate solo per urgenze, come se mi doveste telefonare; forse non vi manderò un messaggio automatico”;
- annunciare “ora torno a lavorare” quando passo da una mansione famigliare a chiudere la porta dello studio; così come si fa con i bambini, a cui si annuncia che abbiamo 5 minuti prima di andare via dal parco, segnare questo confine aiuta chi è in casa a capire che qui c’è – appunto – un confine; chiedo se c’è bisogno di me prima che io mi ritiri in ufficio, mi arrivano richieste puntuali che soddisfo, dopodiché sono in ufficio, a 20km di distanza.
La mia routine di blogger: cane is the new meditazione
Tra il ritmo circadiano delle allodole e quello dei gufi, c’è quello dei cani: scandito da uscite che obbligano i padroni ad essere fuori di casa, vestiti e lavati, al massimo entro le 8.
Un cane si sveglia con la casa, e soffre mentre tutti vanno in bagno e gli tocca aspettare che almeno una persona sia presentabile al mondo esterno. Questa è la cosa che ha cambiato radicalmente le mie abitudini un anno fa: perché lavorare vestita (e con le scarpe!) dopo aver preso un’ora d’aria mi fa sentire ed essere quindi molto più efficiente.
Ogni uscita con Sugar mi impone uno stacco, in cui posso godere del nostro tempo insieme, in cui sorrido e rido molte volte nel vederla felice, nel poter giocare con lei. Mentre cammino rifletto senza fare: ed è questo non agire/reagire immediato che mi permette di fare scelte più ponderate in ogni campo – dall’aggettivo giusto in un testo, a una proposta più interessante per un cliente, alla spezia che userò stasera con il cavolfiore.
Così, anche se è mercoledì, riesco a mettere a tavola qualcosa di decente 🙂
Chi di voi ha un animale che vi obbliga a una salutare routine pet-friendly?
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